Il Laboratorio Teatro dei Territori è un progetto che, alla sua terza edizione, può esibire i risultati di uno sviluppo e una crescita costante sul territorio e del territorio.
Quanto realizzato è misurabile non tanto dalla quantità di partecipanti - oltre trecento -, dalla qualità o numero delle docenze - trentadue - o del qualificato monte ore degli incontri, quanto per la capacità di determinare prospettive, di sperimentare nuove pratiche, di suscitare un movimento “rinnovato” di attenzione e consapevolezza verso il proprio territorio in quanto unicum di storia, paesaggio e cultura. Un progetto difficile , oltre alle condizioni ricorrenti per ogni impresa culturale, perchè collocato in un territorio che è la “Sicilia del Centro”. Non solo questa una definizione geografica dell'entro terra siciliano ma anche un attributo per indicare una “zona disagiata a basso sviluppo socio - economico” (Censis- 2005), ”territorio a crescita zero, a risorsa assistenziale”(Sole24ore-2006). Anche un “luogo comune per esprimere isolamento, distanza”... e superare questo è stato il lavoro più impegnativo. Sicuramente non può un’iniziativa culturale segnare una svolta, ma può e deve - per dirsi tale - suggerire il cambiamento, innescare un processo positivo, ampio e, possibilmente, condiviso.
Il risultato è difficile coglierlo nel cambiamento e allora si possono segnalare i fatti: molti dei partecipanti sono stati inseriti in ambito professionale e presentati sui palcoscenici di Eraclea, Morgantina, Selinunte, Caltanissetta,Modica, al Festival di Segesta piuttosto che quello dei Teatri nelle Zolfare, alcuni hanno deciso di approfondire la propria ricerca presso istituzioni di alta formazione e sono stati accolti in prestigiose scuole come quella del Piccolo di Milano, altri hanno costituito piccole imprese culturali come gli allievi di Troina.
Non ci è dato sapere quanti faranno del teatro e della cultura la propria attività, ma è chiaro che l’esperienza del laboratorio non si è risolta in una giovanilistica socializzazione, ma ha maturato un senso di appartenenza, di identità. E il territorio è ridiventato “casa a cui tornare”, spazio in cui esprimersi, opportunità per cimentarsi, luogo unico e in quanto tale da amare .
Considerazioni queste per decidere di continuare nel progetto, nella certezza che il risultato è vicino.
Quanto realizzato è misurabile non tanto dalla quantità di partecipanti - oltre trecento -, dalla qualità o numero delle docenze - trentadue - o del qualificato monte ore degli incontri, quanto per la capacità di determinare prospettive, di sperimentare nuove pratiche, di suscitare un movimento “rinnovato” di attenzione e consapevolezza verso il proprio territorio in quanto unicum di storia, paesaggio e cultura. Un progetto difficile , oltre alle condizioni ricorrenti per ogni impresa culturale, perchè collocato in un territorio che è la “Sicilia del Centro”. Non solo questa una definizione geografica dell'entro terra siciliano ma anche un attributo per indicare una “zona disagiata a basso sviluppo socio - economico” (Censis- 2005), ”territorio a crescita zero, a risorsa assistenziale”(Sole24ore-2006). Anche un “luogo comune per esprimere isolamento, distanza”... e superare questo è stato il lavoro più impegnativo. Sicuramente non può un’iniziativa culturale segnare una svolta, ma può e deve - per dirsi tale - suggerire il cambiamento, innescare un processo positivo, ampio e, possibilmente, condiviso.
Il risultato è difficile coglierlo nel cambiamento e allora si possono segnalare i fatti: molti dei partecipanti sono stati inseriti in ambito professionale e presentati sui palcoscenici di Eraclea, Morgantina, Selinunte, Caltanissetta,Modica, al Festival di Segesta piuttosto che quello dei Teatri nelle Zolfare, alcuni hanno deciso di approfondire la propria ricerca presso istituzioni di alta formazione e sono stati accolti in prestigiose scuole come quella del Piccolo di Milano, altri hanno costituito piccole imprese culturali come gli allievi di Troina.
Non ci è dato sapere quanti faranno del teatro e della cultura la propria attività, ma è chiaro che l’esperienza del laboratorio non si è risolta in una giovanilistica socializzazione, ma ha maturato un senso di appartenenza, di identità. E il territorio è ridiventato “casa a cui tornare”, spazio in cui esprimersi, opportunità per cimentarsi, luogo unico e in quanto tale da amare .
Considerazioni queste per decidere di continuare nel progetto, nella certezza che il risultato è vicino.
ESPERIENZE/ TESTIMONIANZE/ ARGOMENTI/ DOCENTI
CINZIA MACCAGNANO
Attrice - training attorico e recitazione
FEDERICO MAGNANO SAN LIO
Regista - regia ed elementi di drammaturgia
LORIS PETRILLO
Coreografo - corpo espressivo
STEFANIA PATANE’
Vocalista - voce e canto armonico
PATRIZIO MARRONE
Compositore - la musica di scena
EMANUELA PISTONE
Regista - teatro del Mediterraneo
VINICIO ROMANO
Psichiatra - teatro delle relazioni
ANTONIO VENTURINO
Attore - commedia dell’arte, la maschera
STEFANIA ZAPPALÀ
Attrice - tecniche della dizione, fonetica, interpretazione
interventi
SEBASTIANO TRINGALI, attore
SALVATORE RIZZO, caposervizio cultura Giornale di Sicilia
MARIO MATTIA GIORGETTI, autore, direttore della testata Sipario
responsabile del progetto
AURELIO GATTI
promozione e comunicazione
LAVINIA D’AGOSTINO
organizzazione generale
VALTER AMORELLI