Laboratorio permanente dei linguaggi della scena, nato nel 2006 nel centro della Sicilia, per realizzare un Centro di produzione culturale residente nella provincia di Enna.



sabato 22 gennaio 2011

E finalmente anche a Enna il Contemporaneo

Mentre ancora si lavora a capire come, dove e con quali risorse si potrà aprire la quarta edizione del Teatro dei Territori - il laboratorio che in questi anni ha incontrato e operato con oltre trecento giovani di Enna e provincia e che oggi non trova nessun ente che lo sponsorizzi , una notizia confortante - annunciata da tempo ma confermata solo in questi giorni: a Febbraio il Teatro Comunale Garibaldi di Enna ospita il programma  di "Una Danza in Sicilia".
Tre appuntamenti con la danza contemporanea e il teatro danza, una piccolo programma ma di grande valenza per una città come Enna che in questi anni ha "barcollato" in merito alle iniziative culturali pur avendo come bacino un polo universitario in forte crescita e che ogni anno raccoglie numerosi giovani. Il programma  presenta tre ricerche originali, militanti nel campo della creazione contemporanea fortemente caratterizzata dalla multidisciplinarietà dei linguaggi:tre autori ritenuti borderline, fuori dagli schemi e con in comune un forte impegno culturale. Aurelio Gatti, Giovanna Velardi e Loris Petrillo saranno gli ospiti della Danza in Sicilia a Enna rispettivamente con PULCINELLA, CLOWN e CARNE DELLA MIA CARNE.
Una occasione resa possibile dai partner di Una Danza in Sicilia ( Teatri di Pietra Sicilia, Montevergini di Palermo, Scenario Pubblico di Catania, Estreusa di Enna), da CapuAntica Festival  e CDanza Lazio e dall'Assessorato alla Cultura del Comune di Enna.
Un appuntamento da non perdere.

PS.Dalla presentazione del progetto riportiamo  una nota a firma di Aurelio Gatti, sulle ragioni di un programma dedicato al Contemporaneo:
Il CONTEMPORANEO non dovrebbe essere uno stile”, un genere e tanto meno una estetica.Per teatro contemporaneo o danza contemporanea è abitudine riferirsi ad una creazione che propone linguaggi innovativi e in quanto tali “nuovi”, altri e oltre a quelli precedenti. Nel percepire diffuso, contemporaneo assume anche altre valenze: è sinonimo di incertezza e di difficile comprensione - per chi non lo conosce o l’osteggia, di autentica e rinnovata vitalità per i sostenitori. Sta di fatto che la creazione contemporanea trova grande difficoltà nel panorama culturale nostrano, a essere accettata e prodotta innanzitutto, ospitata e promozionata poi. 
Le conseguenze di questa difficoltà sono misurabili in termini di frattura culturale non solo generazionale ( per cui esiste una cultura dei giovani - contemporanea ed una dei vecchi), ma soprattutto in riferimento alla cultura “popolare” in senso ampio e identificativo di un territorio: il contemporaneo viene esercitato e circoscritto nelle grandi aree urbane che segnano mode e tendenze di un Paese, ma non lo rappresentano nell’interezza. In questo senso la “frattura”. La questione non può districarsi nella breve di una presentazione, ci preme evidenziare il punto di partenza del progetto che, quest’anno, assume il sottotitolo SENSIBILE CONTEMPORANEO. Le schiere dei diffidenti e quelle dei sostenitori, ora militanti ora svogliati osservatori, dovrebbero intendere la necessità di una riflessione e comprendere che nel mentre si espande una sensazione di assenza , di vuoto in cui c’è posto solo per la malinconia di un passato - forse neanche vissuto, e l’aspettativa negata di un futuro incerto e comunque parziale.
Riarmarsi della volontà a rileggere e interpretare il contemporaneo è lo scopo del progetto che, attraverso il lavoro di molti restituisce forma e significato al presente, lo rende vivo e quindi sensibile. La finalità di una pari dignità tra linguaggi ed espressioni della stessa comunità è il risultato augurato. La questione è andare oltre all’idea di minoranza, di “nicchia” – culturale, sociale o artistica per definire e tollerare un qualcosa che è la naturale e inderogabile espressione del vivere presente. 
- di Veracup